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Famiglia Bottari

Cultura

Famiglia Bottari

Tommaso BottariLa presenza della famiglia Bottari a San Valentino è attestata già nel XVII secolo: infatti in tre delle 15 pergamene che si conservano presso l’archivio storico comunale vengono citati Andrea Buttario,  Giovanni Andrea Buttarius (pergamene risalenti all’anno 1642) e Lucia Buttarij (anno 1697).

Si trova traccia della famiglia anche nel catasto onciario del 1775 (conservato presso l’archivio storico comunale), dove è possibile reperire notizie circa i possedimenti di Giuseppantonio Bottarj, di anni 64, sposato con Concezia Mascitti e padre di 5 figli. Dal catasto risulta che nel 1775 esisteva già il palazzo in cui la famiglia ha risieduto fino al secolo scorso: vi si legge, infatti, che Giuseppantonio possiede una “casa palaziata di più membri, ove abita nel rione di S. Donato”. Tuttora, però, non si hanno informazioni circa la data di costruzione del palazzo, che nella prima metà del Novecento ospitò diversi uffici, tra cui quelli comunali, dando così il nome alla piazza su cui si affaccia (Piazza degli uffici, ora Piazza Cesarone).

Nel corso del XIX secolo diversi esponenti della famiglia ricoprirono cariche pubbliche nell’ambito dell’amministrazione comunale: decurioni, sindaci, assessori. Nella prima metà del XX secolo emergono le figure di Camillo e Tommaso Bottari, padre e figlio: il primo, nato nel 1864, fu sindaco e poi podestà di San Valentino; morì nel 1945 e a lui fu intestata, per alcuni anni, la Scuola media di San Valentino. Il secondo fu un esponente di spicco del Partito fascista a livello regionale e rivestì numerose cariche nell’ambito dello stesso: nato nel 1887, fu segretario federale di Chieti, membro del Direttorio nazionale, console della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, consigliere nazionale della Camera dei fasci e delle corporazioni, ispettore federale del Partito nonché deputato della XXIX legislatura (1934-1939); fu anche, per un anno, preside della provincia di Chieti (1938-1939). Morì nel 1958.

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