Giuseppe Tontodonati
Scritto da Administrator Sabato 10 Settembre 2011 14:52
Cultura
Giuseppe Tontodonati
Poeta dialettale noto non solo a livello locale, Tontodonati nacque nel 1917 a Scafa, comune autonomo dal 1948 ma allora frazione di San Valentino, e trascorse l’infanzia proprio tra questi due paesi fino a quando non si trasferì con la famiglia a Pescara, nel 1927. Dopo aver abbandonato gli studi superiori prese a frequentare il salotto della pittrice Isabella Ardente, con la quale si unì in matrimonio nel 1939, avendo così modo di venire a contatto con diversi esponenti locali del mondo artistico e culturale.
In seguito all’entrata in guerra dell’Italia partì per il fronte albanese, da dove si spostò poi in Grecia; qui fu fatto prigioniero nel 1943 e, rifiutatosi di aderire alla Repubblica sociale italiana, deportato nel lager di Turgau, in Germania. Sopravvissuto a questa terribile esperienza, tornò a Pescara alla fine del 1945. Nel 1954 fu insignito della Croce al merito di guerra per internamento in Germania e, nel 1980, del Distintivo d'onore per i patrioti volontari della libertà.
Tornando agli anni Cinquanta, nel 1954 Tontodonati perse la prima moglie, Isabella, malata di tumore. L’anno successivo sposò Gilda, anch’essa autrice di poesie, con la quale ebbe tre figli. Nel 1959 si trasferì per motivi di lavoro a Bologna: durante gli anni della sua permanenza nel capoluogo emiliano partecipò attivamente alla vita culturale della città e proprio qui fu più prolifica la sua produzione, specialmente quella dialettale.
Nel 1971 fondò a Bologna, insieme con altri artisti locali, il Centro internazionale delle arti, da lui diretto per alcuni anni e attivo fino al 1984. A questo periodo risalgono pubblicazioni come “Storie paesane”, "Dommusè – Ballata Abruzzese", “Le Scafe”, “Terra lundane”, "Sa' Mmalindine". Per i suoi componimenti usò spesso il nostro dialetto, prediligendo la forma del sonetto; nelle sue poesie, incentrate soprattutto sulla rievocazione nostalgica dei luoghi d’origine, vengono richiamati di frequente il paesaggio abruzzese, in particolare le montagne e, fra queste, la Majella; le scene di vita quotidiana del paese; le memorie di infanzia e giovinezza. Difatti il trasferimento a Bologna non indebolì affatto il legame di Tontodonati con la sua terra ma semmai sembrò rinsaldarlo: nei suoi versi si avverte molto forte l'attaccamento nei confronti di San Valentino, paese di cui il poeta descrisse contrade, chiese, personaggi e tradizioni e per il quale compose anche una canzone ("Sa' Mmalindine", musicata dal maestro Giuseppe Di Pasquale). Nel 1981 ricevette dal Comune la cittadinanza onoraria di San Valentino.
Morì il 6 gennaio 1989 a Bologna. Nel 2009 gli è stata assegnata dal prefetto di Bologna la Medaglia d’onore della Repubblica italiana, dedicata ai deportati e agli internati militari nei lager nazisti.
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Poesie su San Valentino
SA' MMALINDINE di G. Tontodonati Sà Mmalindine!..secreta speranze |
VANNARDI' SSANDE di G. Tontodonati Vannardì Ssande de la Passijone..! |
FESTE DE SETTEMBRE di G. Tontodonati Ah, feste de settembre,.. quanda vene |
LA PUTECHE DE MASTRE CAITANINE di G. Tontodonati La puteche de mastre Caitanine è, gna si dice, nu porte de mare. Ce se ngòndre: Mecchè lu pannacciare Cialine Paravende e zi Tubine Zaraffe Zeppelelle Paccuttine Fasciule Muzzarelle le Ferrare Nuhè Peppe Ciandònie li Fruscine Tunine Corpe Morte e Mundepare Carzille Pruvelare Paparelle la Caffittire Peppe Scionna Scionne lu Zèzzere Caconze e Pataccune Mbapocchie Savecicce Patatelle Pretare Dò Vvaldine de Retonne Papè Stracciapulende e Sciabbelune. |
SAND’ANDONIE RESTAHURATE di G. Tontodonati Oh Patr’ Abbràme!..li Sande Rimìte Remess’ a gnóve, tutt’ a repulìte, |
di G. Tontodonati Chi sso’ che le ddu’ téste curunàte, La spére, sull’ altàre arcunzacràte,
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